fata morgana

fata morgana

Respira profondo
il cielo lentamente,
il sole sbadiglia
acquerello a Oriente.
Al balcone leggiadra una brezza
le gote di rosa
colora, carezza;
nell’arcobaleno riluce
di pensieri un soffione:
il dolce, l’amaro

nella mia colazione.
A paracadute si lancia
l’appendice di piume,
annaspa poi galleggia
sull’anima mia,

simulacro di un fiume.
Accecata, le palpebre riposo,
solleticano il viso gocce
che assaggiar non oso.
La testa nelle mani a coppa, qual sostegno,
sotto i polpastrelli
lo scalpo odoroso
di un massaggio degno,
così il capo chino
allo spettacolo del paesaggio
specchio perfetto
o liquido miraggio.
Fiorisce in seno al giorno diletto
una voglia qual croce
sul tenero petto:
di sé esser più

che l’ombra promessa,
la copia abbozzata,
di un’aspirante poetessa.





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