fly

A te,
principio e fine

di tutte le mie radici;
tu
che prendi e perdi forma
come sabbia bagnata

poi asciutta.
Ti intravedo e sfuggi
come ombra poi vento.
In disegno
saresti una bozza a china,
una casseruola in cucina.
Odori di iodio,
d’orzo sa la tua bocca,
il sangue la pelle ti scalda
fino alle mie dita.
Non ho mezzi per farti mio
e ti guardo dunque
quale tela o lana di Arianna
disfarti come Penelope,
mescolarti come Giove,
mutare come Ninfa:
io
spettatrice mai stanca
del tuo teatro.




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